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- Trattameto psicoterapeutico
“La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola, domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo”.
L.Pirandello, Uno, nessuno e centomila
Adolescente vuol dire che si sta nutrendo, è il participio presente del verbo latino adolescere, composto da ad (rafforzativo) e alere (nutrire).
È il periodo in cui ci si nutre, ci si equipaggia per diventare adulti, autonomi e in grado di condurre la propria vita assumendosi la responsabilità di sé stessi.
La trasformazione del corpo, che si risveglia e si accende, accade senza poterla controllare, sotto il riflettore dello sguardo degli altri, dei compagni di scuola, degli amici.
È complicato dedicarsi all’identificazione di chi siamo, di cosa vogliamo e di chi vogliamo diventare mentre percepiamo di essere sotto la lente del giudizio. Per questo ci si trova a mediare tra ciò che si vorrebbe e ciò con cui si vorrebbe compiacere l’altro, ma lo scopo finale è fare a meno dell’approvazione degli altri, vivere la propria vita in armonia con gusti e aspirazioni singolari.
Una duplice dimensione dell’aspettativa regola di frequente i legami in adolescenza. Le aspettative genitoriali sull’andamento scolastico o sulla condotta, sulla scelta degli amici o del partner possono essere molto pressanti. Le aspettative verso gli altri spesso mettono nella condizione di incontrare delusioni.
La quotidianità casalinga scorre in alcuni casi senza dialogo, in altri casi con provocazioni e litigi continui. Lo scontro con i genitori fa parte della partita adolescenziale ma può risultare estenuante, e la voglia di evasione può portare più lontano di dove si voleva approdare, fino a circostanze talvolta angoscianti in cui si necessita di un aiuto per poterne uscire.
Il bisogno di modelli di riferimento cui aspirare, di personalità ideali a cui aderire è stringente in questa fase esplorativa della vita.
Ci si ritrova avvolti dal proprio monologo a porsi intimamente questioni importanti sulla vita e sul mondo. Ma quali rapporti e come gestirli senza soccombere alle strette maglie della rete in cui regnano i social network, filtri all’immagine soggettiva e alla comunicazione autentica? Come procedere nel cammino che porta verso l’età adulta con lo sguardo rivolto verso l’esterno se si è presi dal fissare ogni passo rivolgendo lo sguardo sul proprio viso per un selfie, testimonianza e garanzia di esserci? Chi riconosce il nostro essere? Chi ci rimanda il nostro valore? Sono questioni che caratterizzano l’individuo per tutta la vita, ma si fanno tanto più problematiche quanto più si rivolgono alla moltitudine informe e sconosciuta che caratterizza i social sul web. Spesso capita che la smania dimostrativa prenda il sopravvento creando uno scollamento dal proprio sentire.
“Chi sono davvero?”, “Dove voglio andare?” sono alcune delle domande capitali che sottendono il profondo senso di crisi personale tipiche di questa fase della vita. Uno, nessuno e centomila è a volte la risposta.
L’adolescenza è turbamento, incertezza, dubbio, sbandamento. Primi amori e primi dolori. Rifiuti, abbandoni e delusioni fanno da contraltare alla nascita di nuovi legami. Dolore e anestesia si alternano spesso. Bisogno frenetico di contatto sociale e ritiro in solitudine sono due versioni diverse e ad oggi molto frequenti del comportamento giovanile.